MALBORGHETTO

VALORIZZIAMO I NOSTRI PAESI  FACENDO SCOPRIRE GLI ANGOLI NASCOSTI

MALBORGHETTO (Ud)

Introduzione alla storia di un paese

tratto dalla Carta Archeologica del Friuli Venezia Giulia

Questo paesino, posto a 732 m s.l.m., è capoluogo dell’omonimo comune e conserva il fascino storico nella valle. Il borgo era conosciuto come “piccolo borgo bamberghese” Bambergeth a seguito del passaggio della valle sotto il diretto controllo temporale di Bamberga; dal 1007 in poi il nome cambiò in Bonborghetto ed, infine, a seguito degli avvenimenti del XV secolo, prese il nome di Malborghet-Malborghetto. Uno studio alternativo sul toponimo del paese attribuisce il nome del borgo ad una torre costruita sul colle Cialavà (il monte su cui fu eretto il Forte Hensel) probabilmente intorno al X sec. d.C. La zona, forse, prese il nome di Malb(u)rg(i)t(u) per, poi, trasformarsi, nel secolo successivo, in MALBERĜERT e, in seguito, in Bamborghetto, Bomborghetto per, poi, essere definitivamente chiamata MALBORGETH (in austriaco), NABORJET (in sloveno) e MALBORGHETTO (in italiano). Non è possibile stabilire una data precisa per la fondazione del piccolo borgo. Una piccola comunità doveva sicuramente esistere sul territorio ed è noto che il borgo venisse chiamato Bomborghetto già nel 1200, quando si costruì una prima chiesa. Il borgo si arricchì notevolmente con il commercio di materiale ferroso e si sviluppò lungo la strada principale. La Malborghetto di oggi preserva la fisionomia medievale di un ‘Markt’ ovvero di borgo-mercato. Questa concessione arrivò sicuramente prima del 1473, data in cui il Vescovo Giorgio I Schaumberg concesse lo stemma araldico a Malborghetto (1)

UN PAESE CON IL DIRITTO AD AVERE UN MERCATO
Le insegne di ricchezza e potere di questo paese possono essere scoperte facendo una semplice passeggiata lungo la sua strada principale. Il percorso può essere intrapreso dalla chiesa parrocchiale che si trova nel centro del paese vicino al municipio. Lungo la parete esterna della chiesa che dà sulla strada principale è possibile osservare le vestigia e le lapidi funerarie delle famiglie più importanti come quelle dei Berburg (1431), che furono coloro che, con ogni probabilità, amministrarono per primi questi terreni per conto del vescovado bamberghese, e quella dei Nagerschigg e Della Grotta. Appena fuori dalla chiesa, verso la piazza del municipio, sulla sinistra, si può notare ‘LA COLONNA DELL’INFAMIA’. Essa rappresenta un simbolo molto importante per un Markt (paese con il diritto di avere un mercato) e si trova vicino alla via principale sulla piazza chiamata in dialetto del posto PLÅZ. Il giorno della fiera annuale che anticamente si teneva ogni 29 settembre (per San Michele), sulla colonna veniva infisso lo stemma del mercato. In seguito, con il tempo, questa colonna diventò il luogo dove vi legavano i malfattori. In effetti questo posto era ben in vista dalle case nobiliari del paese, come l’antico palazzo della Grotta (probabilmente situato sotto l’attuale Oberrichter Haus), la casa Ressmann (antica casa settecentesca probabilmente sede della confraternita degli osti e, successivamente, usata come taverna del paese dal XVIII e legata alle vicende eroiche del capitano Hensel) e, naturalmente, dal Palazzo Veneziano . A questo borgo era stato concesso il privilegio di avere un potere giudiziario proprio, cioè la possibilità di giudicare e giustiziare i condannati in loco. La corte si riuniva nella vecchia torre (ora  non più visibile) sul monte Tabor conosciuta con il nome di torre di SAN BERNARDINO (2). Dalle cronache del tempo sappiamo che esisteva anche un patibolo localizzato prima della galleria in direzione di Ugovizza (nel pianoro dove si trova il monumento del leone morente ai piedi del monte Cialavai – Tschlavai). Dirigendoci all’altro estremo del paese, a ovest, sullo stipite destro della prima finestra al primo piano della Casa Nr. 3 possiamo ancora cogliere la maniera in cui si condannavano i disonesti nel paese. La tradizione vuole che in questa casa del XVII secolo vi abitasse un macellaio disonesto che fu condannato al taglio della mano destra.

 

 

TRACCE DI RELIGIOSITÀ POPOLARE
La chiesa parrocchiale di Malborghetto è dedicata alla Visitazione di Maria SS. e Sant’Antonio Abate. A seguito del recente restauro della struttura, avvenuto nel 1985, diversi particolari sono venuti alla luce.
La struttura fu eretta su una chiesa preesistente costruita nel 1200. La forma attuale deriva dai rifacimenti del XV secolo e dai successivi restauri del Settecento. Di particolare interesse è l’affresco sullo stipite del portale d’ingresso occidentale dove è possibile osservare un affresco raro del XV sec. con la Madonna del latte. All’interno della chiesa recentemente è stata portata al suo iniziale splendore la statua della Madonna delle Mele, una statua quattrocentesca posta al centro di un altare settecentesco, situata sull’altare maggiore di probabile origine quattrocentesca; degli affreschi lungo la navata principale sono del XV sec.. Particolare attenzione meritano quelli del coro, datati 1781. Con molta probabilità essi riproducono dei paesaggi rurali della valle. Dietro la chiesa si può notare un edificio parzialmente affrescato; questo era la chiesetta trecentesca dedicata a San Michele. Essa fu adibita a funzioni di cappella mortuaria e di magazzino. Inizialmente l’edificio era su tre piani e ciò si può notare tutt’oggi dato che le pareti affrescate con un Cristo crocifisso e San Michele appaiono incomplete e rovinate a seguito delle successive modifiche apportate all’edificio. A Malborghetto esistevano altre cappelle tra cui quella vicino all’antica torre di ”Bernard”- la torre di San Bernardino, situata sul monte Tabor. Di questa struttura si sa assai poco, solo che essa, probabilmente venne concepita come una torre di difesa costruita alla fine del XV sec. a salvaguardia delle incursioni ottomane. Essa appare come una struttura diroccata, abitata da un eremita nel XVII. La torre venne usata come tribunale fino al 1616 e come sede amministrativa nel XVIII sec.. Oggi la torre non è più visibile benché le sue fondamenta stiano riaffiorando a causa dell’erosione del terreno. La tradizione vuole che essa sia stata gravemente danneggiata durante l’attacco napoleonico del 1809. In seguito, le sue pietre sono state riutilizzate per la costruzione della VIA CRUCIS che rappresenta il cammino doloroso più antico della valle, inaugurato nel 1878. Merita di salire per un passeggiata, specialmente per l’atmosfera di silenzio e tranquillità del bosco e la bella vista sul paese e sulle Alpi Giulie. Il sentiero è di facile percorrenza e si può prendere dietro il Municipio. La passeggiata dura circa dai 30 ai 40 minuti arrivando a quota di 790 m. Il percorso della Via Crucis inizia dalla cappella dedicata aSant’Anna. Essa fu costruita nel 1830 con ciò che rimaneva dell’antica torre di Malborghetto. Lungo il cammino si possono notare altre sette cappellette decorate con 14 quadri scolpiti in taglio che ricordano la passione di Cristo. La cappelletta finale è decorata con un gruppo ligneo rappresentante la crocifissione di Cristo e le pie donne (opera del 1908 creata dal Capo mastro Hans Edner

 

CASE STORICHE E NOMI VULGO

Dalla casa NR 3 del paese tornando verso la chiesa, si passa per una serie di case dalle finestre minute, dalle mura spesse e dai tetti spioventi. Questa zona del paese veniva chiamata UNTÀWINKL (Borgo inferiore). Molte case, ora ristrutturate, erano, in realtà, palazzi nobiliari come la Nr 7 (una delle residenza dei Della Grotta conosciuta come il primo palazzo veneziano di Malborghetto è oggi sede di un ristorante con le specialità storiche del paese chiamato ‘ Da Giusi’). Tornando sulla via principale, attraversando il ponte, si entra nella parte del paese chiamata O:BÀWINKL (borgo superiore). Osservando bene, si potranno notare i portali e gli stemmi nobiliari incisi sui portali delle case soprattutto nell’antica dimora dei Von Pauli (Nr.33 attuale Locanda Aquila Nera) con i sui antichi scuri in ferro battuto e la bifora seicentesca.
Passata la locanda, si accede ad un piccola piazza, ricordata per essere la ‘HIANA PLAZL’, la piazzetta delle galline. Sulla sinistra si può notare un antico sottopassaggio in pietra. Una volta tornati alla chiesa, è consigliabile dirigersi ad est della piazza e andare alla scoperta della OBERRICHTER HAUS (la casa Nr. 4 di via Superiore). L’odierno locale restaurato offre l’opportunità di immergersi nel tempo. Nelle sue sale sono custoditi dei vecchi cimeli (ceramiche e oggetti nascosti tra le mura e le sua fondamenta) che richiamano l’attenzione sull’antichità dell’edificio. Con molta probabilità, fu una residenza dei Della Grotta ed, in seguito, ebbe diverse funzioni come quelle di prigione e ufficio del giudice di Malborghetto. Questa casa è collegata con un altro arco a volta con la casa GORTANI Nr. 64, un edificio di colore rosso in stile barocco carinziano con il portone decorato con lo stemma della famiglia RACHOY.
La fonte di reddito di queste famiglie veniva dalle fucine e una di queste è ancora visibile in via Superiore (la casa Nr. 80 è adibita a segheria).

 

 

TRACCE NAPOLEONICHE
Il nome di Malborghetto fu anche legato alla famosa battaglia tra le truppe Asburgiche e i Francesi del viceré Eugenio Beauharnais sul forte sull’altura del monte Tschlavai (Cialavai -sopra la galleria dopo il paese di Malborghetto in direzione di Tarvisio) che avvenne tra il 16 e il 17 maggio 1809. Qui il capitano Friedrich Hensel con 350 uomini fece fronte, a discapito della propria vita, alle truppe francesi, rallentando la corsa di Napoleone verso la conquista di Vienna. Il forte originario fu costruito in legno. Esso giaceva dove ora sono visibili le vestigia in rovina delle fortificazioni della prima guerra mondiale bombardate nel 1915. La costruzione, dichiarata non agibile, non è visitabile, comunque nel paese vi sono diversi luoghi che ricordano questo evento. Venendo da Tarvisio, è possibile avere una visuale panoramica della fortificazione militare parcheggiando la macchina sulla sinistra poco prima della galleria all’entrata del locale Rio Argento. Passata la galleria, sulla destra, si può notare il monumento ai difensori del Forte, un leone morente trafitto da una baionetta, dedicato al Capitano Friedich Hensel dall’imperatore Ferdinand I. Entrando in paese e prendendo la via Superiore, è consigliabile osservare la facciata della casa Nr. 71 sulla destra. Questa casa fu colpita da una cannonata proprio il 17 Maggio 1809 e ne conserva ancora la palla di cannone con una scritta dipinta sul muro: ‘Lanciata in questa casa con la forza della polvere’. Un ulteriore monumento è la lapide dedicata al soldato Jgnaz Rauch che fu uno tra i pochi superstiti scappati al massacro del Forte Hensel nel 1809. Essa si trova subito in fondo alla via Vallone che si trova subito dopo il ponte dentro il paese, venendo dalla piazza verso ovest. Il monumento è visibile dietro la caserma dei pompieri volontari del paese.

 

Note:
1 Lo stemma attuale, simbolo del comune di Malborghetto-Valbruna, non rispecchia il sigillo del 1473. Esso venne modificato (Domenig 1999).
2 La torre fu ritratta nell’antica incisione del Valvasor del 1688 e su alcune illustrazioni del principio del XIX secolo. Era una costruzione quadrangolare usata come sede amministrativa e tribunale e, poi, fu definitivamente dismessa e rasa al suolo dopo l’invasione napoleonica.

Bibliografia
:

-AA.VV., Malborghetto Valbruna- comune in Valcanale, Edizioni Confine, 2003.
-DOMENIG R., I Francesi erano qui 1797-1805- 1809/1814, Edizione Comune del Malborghetto Valbruna, 2009.
-FORAMITTI P., Sulle tracce di Napoleone, Edizioni del Confine, Udine, 2008.

Autore: Anita Pinagli

 

 

 

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